Una giovanissima donna alle soglie dell’adolscenza viene destinata a un matrimonio combinato con un uomo maturo, dal quale consegue l’allontanamente forzato dai propri affetti e dal proprio paese e una vita matrimoniale deludente in cui si ritrova sola, con l’unica consolazione del gioco delle carte. Ad attenderla c’è una morte prematura, all’età di soli ventitré anni e nei primi mesi di gravidanza, dietro la quale si sospetta il coinvolgimento del marito.

Si tratta di una vicenda nella quale il soggetto femminile è protagonista di una storia agita da altri, difficilmente collocabile in un tempo storico definito perché di lunghissima durata e, tragicamente, di assoluta contemporaneità, ripetendosi identica nei secoli, nonostante le variabili del caso, senza operare distinzioni di classe.

La protagonista della storia è, infatti, in questo caso una regina, Elisabetta di Valois (1545-1568), figlia di Enrico II di Francia e Caterina de’ Medici, data in moglie all’età di tredici anni a Filippo II di Spagna a garanzia degli accordi di pace firmati dalle due nazioni a Cateau-Cambresis (1559).

In questo libro la dettagliata ricostruzione dei fatti, presentata dall’autore, incrocia relazioni mediche e corrispondenze private e sembra condurre a un femminicidio “forse dettato dalla ragion di stato”.