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Non vi è alcun dubbio. Questo libro è come mix di caramelle multi-frutta. Avete presente quelle gelatine di vari gusti, facili facili da trovare nella scatola in latta della nonna? Ecco, proprio quelle. Con delicatezza aprite la scatola, scegliete una caramella che tanto sapete non sarà l’ultima e, scartata con velocità, provate a tenerla in bocca, aspettando si sciolga. Ma il gusto è davvero troppo invitante. Aspettate, non volete mordere… ma poi è più forte di voi. E mentre il sapore ancora non è dissolto già ne state scartando un’altra. Elena Polizzi ha ricreato questa dolce sensazione con la sua raccolta di racconti dal sapore intenso, fruttato e… persistente. La nonna che c’entra? C’entra eccome, perché questi scritti hanno quella malinconica percezione d’antan, che giusto l’avvolgente coperta della nonna al profumo di talco e canfora sa dare. Il tutto mescolato da una verve non di poco conto, una vivacità che Elena Polizzi infonde nei suoi scritti e non si risparmia. Prima di giungere ai racconti, si parte con un’entrée sensoriale: haiku accompagnati da fotografie dell’autrice, in un poetico bianco e nero. Qui la scrittura concisa è compenetrata dalla vis visiva delle immagini. Al lettore lo spazio dell’immaginazione, guidato dai componimenti dell’autrice. Si passa poi ai racconti: una sezione florida, dove la fantasia è presa per mano da uno stile sapiente e mai eccessivo. Niente ridondanze o virtuosismi stilistici: pane al pane, vino al vino. E questa schiettezza ci piace eccome! Per questo motivo buona lettura.