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Nel 2018, Eros Morotti, medico italiano residente a Boston, si trova a San Pietroburgo per partecipare a una conferenza. All’arrivo in hotel, scorge la locandina dell’opera “Evgenij Onegin” di P. I. Cajkovskij e legge il nome dell’interprete Anna Oblerova, la cantante russa conosciuta anni prima. Infatti, nel 2013, nella splendida cornica dell’Hotel Villa Cora di Firenze, un albergo di charme ricco di impronte storiche e di musica, aveva avuto luogo la loro conoscenza legata al mondo della lirica.
Tra i fasti dell’hotel, una dimore che porta il ricordo del rapporto epistolare tra il compositore Cajkovskij e la sua mecenate madame Nadezda von Meck, i flashback rivelano il nascere di un’attrazione fatale e di un legame che appena nato sembra trascendere il tempo.
La trama del poema di A. Puskin, da cui il libretto dell'”Evgenij Onegin” è tratto, accentua una narrazione tra passato e presente, mescolando la realtà con la suggestione di un’aura romantica e russa che avvolge l’amore dei protagonisti. L’elegante sfondo dell’hotel Villa Cora sarà l’ambiente di una storia destinata a finire, ma che lascerà un segno nei due amanti.