Monica Tabellini
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Non so da dove venga la mia passione per i gatti, ma vero è che mi sono sempre piaciuti, catturando sin da piccola la mia attenzione.

Anche nelle sere più scure, io riesco a scorgere la presenza di un gatto accovacciato sotto una macchina parcheggiata all’ombra di un lampione spento! Se vedo un gatto non riesco a non soffermarmi e non farei un verso di richiamo per salutarlo e per farmi riconoscere. Mah! Forse in una vita precedente sono stata un gatto… o forse lo diverrò.

L’idea di mettere su carta alcuni brevi racconti su questi meravigliosi felini è nata da un avvenimento realmente accaduto alla mia ultima gatta purtroppo scomparsa da poco, che fra breve presenterò. Ho però voluto raccontare la storia ai bambini della scuola in cui lavoro ed è stato un successone!

Da quel racconto, poi, ne sono susseguiti altri per l’insistenza da parte dei miei piccoli allievi di conoscere il proseguo della storia, ma anche lo stato di salute della mia gatta, e le marachelle combinate da quella piccola felina nera.

I racconti prendono spesso vita da fatti realmente accaduti con l’aggiunta di particolari che scorrono sul filo dell’immaginazione e della fantasia da cui i bambini dai tre ai sei anni sembrano particolarmente attratti. Con la speranza che il sottile filo dell’immaginazione si preservi nel tempo, vado ora presentare la mia amata gatto Jutta.

Jutta era una stravagante gatta nera, trovata assai piccina nei pressi della scuola dell’infanzia di Ronco (una frazione del paese di Gussago, in provincia di Brescia).

Quando l’ho scoperta si aggirava per nulla spaventata proprio nel parcheggio ove io solitamente lasciavo l’auto.

Vidi tutto ciò come un segno, perciò mi organizzai per portarla con me.

Fin da subito mi accorsi che era vispa e determinata, mai avrei creduto diventasse così enigmatica.

Il linguaggio che utilizzo nella scrittura di queste avventure è il più verosimile e vicino al modo di esprimermi che utilizzo con i bambini.

I racconti che seguono sono quelli che ho narrato ai miei piccoli ascoltatori, pertanto raccontano della mia Jutta come se fosse ancora con noi.