Claudia Guerrini
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«La nostra vita è meravigliosa, acciaccata e imperfetta, ma è stupenda ed è una sola». È il 12 Marzo 2020 quando queste parole invadono insistentemente i pensieri dell’autrice. E poi arriva lui, il Coronavirus. 66 giornate di racconti di una vita impegnata sul fronte della guerra che è scoppiata, della pandemia, della battaglia contro il nemico numero uno. Ma non in corsia. No. Nelle retrovie di una struttura ospedaliera dove si sta tentando di combattere un virus che miete vittime senza sosta. Al termine della giornata, sul campo di battaglia, Claudia deve fare i conti con altri combattimenti, altri nemici, altri avversari. Quelli interiori, profondi, eterni e indelebili. Un divorzio appena digerito, una malattia cronica a cui dover rendere conto ogni istante, una da poco scoperta incapacità di guardarsi allo specchio e una solitudine, in cui si avvolge come in una coperta, affollata solo da ricordi e da pensieri pervasivi, spesso deleteri, funesti, dannosi. Nonostante questo, però, l’autrice cerca con i suoi grandi occhi la bellezza nella bruttura, la gioia nella sofferenza, l’equilibrio nel disordine, la felicità nella malattia, senza retorica, né idilli mendaci, ma nel vero di un vivere fatto di momenti sequenziabili. Claudia scopre che la vita è altro dal Covid-19, è altro dalla quarantena, ma è anche altro dalle gabbie mentali e dalle infrastrutture costruite. Non serve nascondere dietro edulcorati filtri ciò che non è vero: la vita è acciaccata, imperfetta, ma non per questo meno meravigliosa ed è inutile perdersi a cercare la perfezione, quando quello che abbiamo può essere scippato in poco tempo. Un diario intimistico e carico di passione, che catapulta nella vita dell’autrice senza dover chiedere permesso. Uno scorcio di vita e di fame di vita, nonostante tutto…