Romano Calvetti nasce a Loveno, in Valle Camonica, il 4 aprile del 1917, trascorre l’infanzia e la giovinezza a diretto contatto con la natura affascinante e misteriosa della montagna. Loveno è un paesino di pochi abitanti situato sui monti dove l’unica risorsa per vivere è legata alla terra e al bestiame. Così, all’età di cinque anni, comincia già a portare capre e mucche al pascolo.
Dopo aver lavorato circa tre anni nelle miniere di ferro sopra il paese, all’inizio del 1940 parte militare per ritornare al paesello dopo sei lunghi anni.
A 34 anni sposa Vincenza e con lei avrà due figli. La vita continua con molti stenti anche perché è difficile trovare lavoro e quando si trova è lontano da casa e dagli affetti famigliari.
Durante le lunghe sere trascorse lontano da casa, sorge il desiderio di scrivere un diario per raccontare prima i lunghi anni trascorsi in guerra; poi gli anni duri in cerca di lavoro facendo sacrifici per crescere i figli.
All’età di 60 anni e dopo un grave infortunio, arriva la sospirata pensione: allora si ritira al proprio paesello dedicante il tempo fra la campagna, la pineta e la stalla ad accudire le sue due mucche.
Non abbandona, però, il desiderio di leggere e scrivere; così continua a narrare gli avvenimenti più significativi che man mano succedono a lui e alla sua famiglia fino a quando l’artrosi alle mani non gli consentirà più di tenere in mano la penna.